L’imprinting infantile


[…] Ora parleremo di come pulire il proprio mondo dai rifiuti superflui. Se avete fatto ben attenzione, vi sarete accorti che il Transurfing non si occupa di “curare” i problemi ma di eliminarne le cause, taglia i nodi gordiani d’un solo colpo. Inoltre, non consiglia nemmeno di occuparsi di ricercare le cause dell’insorgenza dell’una o dell’altra situazione: porterebbe via troppo tempo e farebbe correre il rischio di perdersi. La cosa migliore che si può fare per alleggerirsi il cammino è sbarazzarsi delle cose che danno origine a queste cause. In questo modo i problemi in corso si risolverebbero da soli, e di nuovi non ne sorgerebbero.

In altri termini, L'imprinting infantile. Muoversi in avanti, indipendentemente da quello che ci si è lasciati alle spalle, perché in questo modo arriverete solo lì dov’è focalizzata la vostra intenzione. In questo contesto, la nota affermazione “vivi ora, il momento corrente”, non è del tutto corretta. Nel momento corrente non vi è alcuna Forza. La Forza è nel momento che precede, è proprio questo momento che si porta dietro il corso del vostro sogno a occhi aperti. Ma di questo parleremo più avanti, per ora ne scrivo solo a titolo informativo, come spunto di riflessione.
Dunque, ritornando alla bambina che dipingeva il suo mondo di color ancione, ci si può chiedere: ma come mettere in pratica tutto ciò? Fortunatamente non è richiesta alcuna abilità né alcuno sforzo particolare: il mondo stesso, da solo, acquista tonalità gioiose se gli viene applicato il principio di coordinazione sia rispetto alle circostanze che si vengono a creare, sia in relazione alle azioni e ai comportamenti degli altri.

Coloro che ora hanno attivato la loro consapevolezza, mi potranno capire immediatamente: “azioni e comportamenti sono la stessa cosa”. Il problema è proprio questo: siamo abituati, con o senza motivo, a criticare gli altri per il minimo errore e a insultarli per errori maggiori. Lo facciamo senza rendercene conto, automaticamente. Per la maggior parte di noi è letteralmente un riflesso incondizionato. Non appena qualcosa non ci aggrada, subito, da qualche parte nella testa, si accende una lucina rossa e si dà avvio allo sfogo, a voce o per iscritto. Soprattutto internet, dove ovviamente nessuno ti può prendere per la collottola o darti un calcio nel didietro, è un paradiso di libertà per i critici di ogni risma. Per quanto si dica sul rapporto tranquillo nei riguardi della critica, in essa non c’è assolutamente nulla di buono per nessuno, né per l’oggetto criticato né per il portatore della critica. La quale, come minimo, non è mai bella.

Se attualmente godete di un’equilibrata disposizione d’animo, provate a immaginare oggettivamente come appare chi impreca contro qualcuno o qualcosa, chi esprime critica, disappunto, rigetto. È davvero uno spettacolo brutto da vedere, e ciò indipendentemente dal fatto che tale reazione sia giustificata o meno. Ma allora perché le persone agiscono spesso in questo ruolo poco simpatico? Perché la nostra mentalità, fin dalla prima infanzia, è stata marchiata da un imprinting: se qualcuno degli adulti ci sgrida con tono sicuro e rabbioso, significa che ha ragione e noi siamo colpevoli di qualcosa, abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, perché gli adulti sono più saggi, migliori, mentre noi siamo piccoli, siamo inferiori a loro, peggiori. Capite? Mentre noi non vorremmo essere inferiori ad alcuno! È dunque così, fin dall’infanzia, che si elabora un modello di reazione: se non ti sgridano ma sei tu a sgridare qualcuno, significa che hai ragione, sei il migliore, sei superiore a coloro che sgridi.

La reazione, a ben vedere, è abbastanza primitiva, a livello di invertebrati inferiori. Però crea l’illusione di una certa superiorità, seppur temporanea, e in qualche modo ci eleva sopra gli altri. Dobbiamo tuttavia renderci conto che ciò non è altro che un’illusione, ed elevata lo sembra solo dall’interno, mentre vista dal di fuori appare sempre poco attraente. […]