COSI’ E’ SE VI PARE. LEOPOLDO ANTINOZZI LETTORE DI FOMENKO


A tutti i transurfer, abituati a cavalcare la vita con coraggio e spregiudicatezza, segnaliamo il nuovo libro del russo Anatolij Fomenko, 400 anni d’inganni (edito in questi giorni da Macro Edizioni). Quest’opera s’inserisce nel contesto della Nuova Cronologia, un progetto che intende rivedere gli eventi e le date della storia sotto una nuova luce, “matematicamente corretta”. Non è facile accettare che tutto ciò che abbiamo studiato a scuola potrebbe non essere così certo come crediamo. Ma sarebbe peggio continuare a credere a un passato che non esiste. Il fatto che la storia che tutti conosciamo sia ormai data per scontata perché “ovvia” non vuol dire che debba per forza essere esatta.

Concediamo a Fomenko per lo meno il beneficio del dubbio.La lettura a questo punto è d’obbligo.

L’incoscienza dell’ovvio

Esiste un concetto fondamentale in antropologia culturale mai abbastanza considerato: il concetto di “ovvio”. Ovvio è tutto ciò che diamo per scontato, per cui a causa di tale immediata accettazione, ci risulta completamente invisibile, ovvero cade al di là della nostra consapevolezza. Ovvio è dunque ciò a cui diamo il nostro incondizionato consenso, senza che ci sia stata alcuna elaborazione critica della coscienza. Vien da sé che di fronte all’ovvio siamo del tutto ciechi. Qual è la cosa più nascosta al mondo? Quella che abbiamo sotto gli occhi. La constatazione successiva di tale emblematico fenomeno è la seguente: alla base dell’ovvio agisce, puntualmente e con una regolarità sistematica, una qualche forma di potere autoritario, che pone in essere l’ovvio e lo sostiene.

400 anni di inganni è un libro che espone, cioè mette in evidenza sottraendolo alla sua invisibilità, uno degli elementi più ovvi della cultura planetaria e che è alla base del nostro conteggio del tempo: la cronologia storica. Per la stragrande maggioranza di noi si tratta praticamente di qualcosa di indiscusso, di validità assoluta, quasi appartenesse alla sfera del naturale, ma non è affatto così. Aver distinto certi nomi e certi eventi dal flusso magmatico della storia umana ed averli collocati sulla linea temporale che ufficialmente oggi tutti accettiamo, è stato un atto del tutto umano e anche abbastanza recente.

Il coraggio di una Nuova Cronologia

È solo tra il XVI e il XVII secolo infatti che la cronologia ufficiale della storia antica e medievale ha avuto la sua attuale impostazione ad opera degli studiosi Giuseppe Scaligero (1540-1609) e Dionigi Petavius (1583-1652). Il fatto che essi applicarono per primi il metodo astronomico per la determinazione delle date ha fornito al loro operato quel carattere di scientificità, che ha affermato la loro come la prima e unica versione adottata universalmente della cronologia storica, sebbene l’astronomia fosse stata usata più per confermare le narrazioni ortodosse piuttosto che per sottoporle a verifica.

A nulla valsero le numerosi voci, anche estremamente autorevoli, come quella di Isaac Newton, che da allora e nell’arco di quasi tre secoli, espressero numerose perplessità al riguardo, fino a giudicare la cronologia scaligeriana completamente infondata, colma di errori grossolani e distribuita su un arco temporale assai più esteso di quanto i documenti effettivamente attendibili lasciassero intendere. È quel che confermò N.A. Mozorov, eminente ed eclettico scienziato russo, con i suoi ponderosi studi, che nei primi del Novecento decretò con argomenti inoppugnabili la necessità di una profonda e radicale ristrutturazione della cronologia storica ufficiale.

Il lavoro enciclopedico di Mozorov è stato ripreso, corretto ed enormemente ampliato dal team del prof. Anatolij Fomenko, illustre e stimato matematico dell’Accademia russa delle Scienze, che dagli anni settanta del Novecento fino ad oggi ha scritto e pubblicato una monumentale opera composta da numerosi tomi su quella che viene correntemente appellata come Nuova Cronologia. In Italia essa è stata introdotta da Vera Bani, curatrice dei siti Russiainedita.it e Nuovacronologia.it, nonché traduttrice del libro “400 anni di inganni”.

Fin dalle prime pubblicazioni, il lavoro di Fomenko ha generato in Russia un accesissimo dibattito pubblico, non senza polemiche e tentativi di confutazione sommaria; impresa inopportuna quanto impossibile, dato il notevole rigore delle analisi operate dal team di Fomenko, che basa le sue argomentazioni su un insieme di metodologie dimostrative incrociate ed indipendenti, tutte basate sulla matematica astronomica e statistica. Inizialmente fu proprio grazie ad una costante astronomica, il cosiddetto “parametro D”, relativa alla frequenza delle eclissi lunari nella storia che, in maniera del tutto casuale, Fomenko risolse l’annoso enigma scientifico di una sua inspiegabile accelerazione, avvenuta intorno all’anno mille. Vi riuscì proprio comparando i dati astronomici con i risultati cronologici ottenuti da Mozorov, grazie ai quali Fomenko riusci ad escludere definitivamente variazioni naturali di ordine astronomico, ma mettendo seriamente in dubbio la validità della cronologia correntemente accettata.

Da allora, per oltre trent’anni di appassionato lavoro, Fomenko e il suo team hanno affinato sensibilmente le tecniche di calcolo e accumulato un’impressionante mole di eventi storici che, in maniera straordianariamente coerente, indicano una discrepanza di date rispetto a quelle ufficiali che vanno fino a oltre un millennio. In estrema sintesi, analizzando manoscritti originali, copie trascritte di cronache e annali, monumenti di architettura, incisioni, affreschi, pietre tombali, carte geografiche, ecc., Fomenko è arrivato alla conclusione che dalla storia greco-romana fino al Rinascimento non c’è stato affatto quell’intervallo temporale canonico di un migliaio di anni, come la tradizione insegna, ma un periodo ben più breve.

Un’eredità… comoda

In altre parole e per fare qualche esempio, una delle deduzioni più clamorose implicate dalle analisi della Nuova Cronologia coinvolge e stravolge direttamente l’idea che ci siamo fatti del fenomeno culturale dell’Umanesimo, con il quale si interpreta in genere la riscoperta dal 1300 in poi degli autori classici. Tutto lascerebbe credere che famosi scrittori e filosofi correntemente annoverati all’interno del periodo greco-romano, siano stati in realtà creati in epoca successiva ad opera di valenti studiosi, che intendevano costruire a tavolino il proprio prestigio sulla base di antesignani inventati. Ecco che presumibilmente i filosofi Platone (V sec. a.c.), Plotino (III sec. d.c.) e Pletone (XIV sec. d.c.) sono la stessa persona. Il rinascimentale Leon Battista Alberti è stato il vero autore degli scritti attribuiti a Vitruvio del primo secolo avanti Cristo: entrambi erano matematici ed architetti ed avevano un’eccezionale similitudine tematica, quasi sovrapponibile in alcuni aspetti.

In effetti tutti i resti concreti degli scritti classici son pervenuti, senza eccezioni, fino a noi solo grazie a copie di copie e traduzioni di traduzioni successive. Di nessuno abbiamo i manoscritti originali. In numerosissimi casi la comparsa dei manoscritti avveniva in circostanze misteriose e si tramanda che un solo scrittore umanista, Poggio Bracciolini, scoprì e fece circolare le opere di Quintiliano, Valerio Flacco, Asconio Pediano, Nonio Marcello, Probo, alcuni trattati di Cicerone, Lucrezio, Petronio, Plauto, Tertulliano, Marcellino, Calpurnio Siculo, ecc. Nessuno ha mai chiarito le circostanze di questi rinvenimenti e la datazione dei manoscritti. Aspetto curioso, ed inspiegabile se non si fa riferimento allo slittamento cronologico che Fomenko ipotizza, è che numerosi disegni che effigiano illustri autori classici, nonché eventi di quel periodo, ci sono stati spesso tramandati in stile e abbigliamenti tipicamente medievali. Tanto che anche le famose lettere di Petrarca ai suoi predecessori, in tale ottica, risulterebbero nient’altro che scritti rivolti a personaggi a lui contemporanei.

Insomma si tratta di qualcosa di assolutamente incredibile, a cui difficilmente si può dar credito se non fosse per le innumerevoli analisi incrociate delle indagini portate avanti e che vengono avvalorate inoltre dalla scoperta, anche questa del tutto sbalorditiva, di intere successioni dinastiche, copiate più volte con nomi di persone e luoghi differenti, lontani nello spazio e nel tempo, che avrebbero allungato a dismisura i periodi storici relativi…

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